
Scuola cattolica verso l’estinzione?
Pubblichiamo l’articolo di Paolo Ferrario apparso su Avvenire e rilanciato dalla CEI a seguito del recente convegno della FIDAE.
«Oggi diciamo di nuovo e con forza che coloro che abitano la scuola paritaria cattolica – alunni, genitori, insegnanti, dirigenti, collaboratori – non sono cittadini di serie B ma hanno diritto di cittadinanza nel sistema pubblico di istruzione». È stata una celebrazione venata di dispiacere se non di vera e propria sofferenza – che traspare dalle parole accorate della presidente nazionale Virginia Kaladich – quella tenutasi ieri pomeriggio nella Sala Capitolare del Senato per gli 80 anni di fondazione della Fidae, la Federazione di istituti di attività educative. La presidente Kaladich ha ripercorso le tappe principali di questo cammino educativo pluridecennale, soffermandosi, in particolare, sull’ultimo quarto di secolo, che ha visto l’approvazione della legge 62 del 2000 sulla parità scolastica. Quel 10 marzo di 25 anni fa, ha ricordato Kaladich, «si è aperto un importante capitolo», con il riconoscimento del servizio pubblico svolto dalle scuole paritarie nell’unico sistema nazionale di istruzione. Un capitolo, però, ha ammonito la Presidente, «il cui traguardo sembra ancora troppo lontano».
Insomma, parafrasando il tema del convegno al Senato, oggi la scuola cattolica sembra davvero “Un tesoro in vasi d’argilla”. E ciononostante rappresenta “Una risorsa per il Paese” e “Una sfida per il futuro”. «L’immagine dei vasi d’argilla sintetizza bene la delicatezza del momento che vivono le nostre scuole – ha ricordato la presidente Kaladich –. La scuola cattolica è messa a dura prova dalle difficoltà economiche in cui versa. È un tesoro che rischia di andare perduto», è stata l’amara ma realistica conclusione.
La situazione è stata puntualmente rappresentata dal presidente del Consiglio nazionale della Scuola Cattolica della Cei, monsignor Claudio Giuliodori, che ha ricordato come, dal 2000, anno, appunto, di approvazione della legge 62 sulla parità scolastica, le scuole cattoliche siano diminuite del 40 per cento. «È un’emorragia inarrestabile», ha ricordato il vescovo e assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica. «La legge 62 – ha aggiunto – ha rappresentato l’alba di una nuova stagione, ma, 25 anni dopo, dobbiamo purtroppo sottolineare che questo bellissimo disegno di civiltà è stato sistematicamente violato».
A partire dal versante dei finanziamenti statali alle scuole paritarie che, ha nuovamente ricordato Giuliodori, «rappresentano nemmeno il 10% del costo medio per studente». Il resto ricade sulle spalle delle famiglie che pagano la retta, dopo aver già pagato il servizio scolastico con le tasse. «La posta in gioco è la libertà di educazione e, in definitiva, la libertà del Paese – ha sottolineato Giuliodori –. E non si può elemosinare la libertà», ha aggiunto. Ricordando che il 7 marzo la scuola cattolica aveva in programma un’udienza con papa Francesco. «Avremmo urlato al mondo la nostra sofferenza, per questo patrimonio italiano che sta scomparendo», ha proseguito il vescovo. «Ma non molleremo in nessun modo», ha concluso Giuliodori, ricordando «la grande disponibilità al confronto» del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: «Ma poi la politica deve provvedere».
Una prima risposta è arrivata dal senatore Udc, Antonio De Poli, promotore del convegno. «Sono trascorsi 25 anni dall’approvazione della legge sulla parità scolastica, che ancora oggi non è pienamente applicata – ha ricordato De Poli –. Dobbiamo intervenire per far sì che la scuola cattolica, che oggi purtroppo assomiglia ad un vaso d’argilla, si trasformi in un vaso d’acciaio ma per farlo dobbiamo credere davvero, con coraggio, nei valori dell’educazione cattolica, valori che non hanno colori politici di appartenenza».
Sul carattere «costituzionale» della scuola paritaria cattolica è intervenuto il giurista Francesco Bertolini, che si è soffermato sulla contraddizione di un sistema che, da un lato, attribuisce valore “pubblico” al servizio svolto dalle paritarie e, dall’altro non mette a disposizione le risorse necessarie. «Come è possibile che un servizio pubblico sia svolto in queste condizioni, con una componente costretta a far pagare questo servizio agli utenti?», ha chiesto il costituzionalista. Sottolineando un ulteriore elemento che fa delle scuole paritarie un “tesoro” per il Paese e una concreta attuazione del principio costituzionale di sussidiarietà: «Questi istituti mantengono la capacità della società civile di fare scuola. Una caratteristica che non può essere esclusiva dello Stato».
Paolo Ferrario
Avvenire, 5 aprile 2025