Ragazzi: siete tutti fuoriclasse
I più forti siete voi, non c’è storia. Lo abbiamo capito in questi mesi di quarantena e non c’è possibilità di fraintendimenti: voi bambini siete dei veri fuoriclasse. Meglio di CR7 e Messi, magici come Elsa, scattanti come i Superpigiamini! Ma lo sapete che in queste settimane ci avete proprio sorpreso? Sì, è vero, qualche volta mamma e papà li avete quasi fatti impazzire… forse più di qualche volta. Ma, non importa, avete dimostrato una forza e una energia da supereroi. Non è facile rimanere per settimane sempre chiusi in casa, magari gomito a gomito con il fratello o la sorella. E poi che rabbia, con questo sole e queste temperature quasi estive!
Avete dimostrato di essere molto più forti, intelligenti, svegli ed equilibrati di noi adulti. Ma una cosa, più di tutte, vi ha contraddistinto: la capacità di sognare. Questo è un dono grande, che dovete tener stretto e custodire. Un bambino che sa sognare allarga i suoi orizzonti, si apre a desideri grandi.
Attenzione: sognare non vuol dire “dimenticare il presente” come nella canzone di Cenerentola, che sentiamo alla TV. Tutt’altro! Chi sogna davvero, chi sogna con il cuore, sa trasformare il presente e renderlo, un passo alla volta, un po’ più bello. Sognare è una virtù dei santi, una virtù da fuoriclasse. “Esagerato!”, direte voi.
No, è così davvero! La storia è piena di santi che attraverso i sogni hanno fatti grandi cose: pensate alla storia del giovane Giuseppe, venduto dai fratelli e portato in Egitto, che si riscatta grazie alla sua fede e alla sua capacità d’interpretare i sogni.
O a San Giuseppe, lo sposo di Maria, a cui il Signore parlò più volte in sogno. O ai Magi che, venuti dall’Oriente, dopo avere trovato il fanciullino Gesù e averlo adorato, ricevettero un sogno da parte di Dio per metterli in guardia dalle intenzioni di Erode…
O ancora: pensate a don Bosco, a cui a nove anni un sogno cambiò la vita per sempre. Lo conoscete?
Ve lo faccio raccontare da lui:
“A nove anni ho fatto un sogno. Mi pareva di essere vicino a casa, in un cortile molto vasto, dove si divertiva una gran quantità di ragazzi. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. Al sentire le bestemmie mi lanciai in mezzo a loro e cercai di farli tacere usando pugni e parole.
In quel momento apparve un uomo maestoso, vestito nobilmente. Un manto bianco gli copriva tutta la persona.
La sua faccia era così luminosa che non riuscivo a fissarla. Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di mettermi a capo di quei ragazzi.
Aggiunse: «Dovrai farteli amici non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità. Su, parla, spiegagli che il peccato è una cosa cattiva e che l’amicizia con il Signore è un bene prezioso». Confuso e spaventato risposi che io ero un ragazzo povero e ignorante, che non ero capace di parlare di religione a quei monelli. In quel momento i ragazzi cessarono le risse, gli schiamazzi e le bestemmie e si raccolsero tutti quanti intorno a colui che parlava. Quasi senza sapere cosa facessi gli domandai: «Chi siete voi, che mi comandate cose impossibili?»
«Proprio perché queste cose ti sembrano impossibili – rispose – dovrai renderle possibili con l’obbedienza e acquistando la scienza».
«Come potrò acquistare la scienza?», risposi, «Io ti darò la maestra. Sotto la sua guida si diventa sapienti, ma senza di lei anche chi è sapiente diventa un povero ignorante».
«Ma chi siete voi?», gli chiesi.
«Io sono il figlio di colei che tua madre ti insegnò a salutare tre volte al giorno».
«La mamma mi dice sempre di non stare con quelli che non conosco, senza il suo permesso. Perciò ditemi il vostro nome», gli risposi. Ma lui mi disse: «Il mio nome domandalo a mia madre».
In quel momento ho visto vicino a lui una donna maestosa, vestita di un manto che risplendeva da tutte le parti, come se in ogni punto ci fosse una stella luminosissima.
Vedendomi sempre più confuso, mi fece cenno di andarle vicino, mi prese con bontà per mano e mi disse: «Guarda!». Io guardai e mi accorsi che quei ragazzi erano tutti scomparsi; al loro posto c’era una moltitudine di capretti, cani, gatti, orsi e parecchi altri animali. La donna maestosa mi disse: «Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Cresci umile, forte e robusto e ciò che adesso vedrai succedere a questi animali, tu lo dovrai fare per i miei figli».
Guardai ancora ed ecco che al posto di animali feroci comparvero altrettanti agnelli mansueti che saltellavano, correvano, belavano, facevano festa attorno a quell’uomo ed a quella signora.
A quel punto nel sogno mi misi a piangere.
Dissi a quella signora che non capivo tutte quelle cose. Allora mi pose una mano sul capo e mi disse: «A suo tempo, tutto comprenderai».
Aveva appena detto queste parole che un rumore mi svegliò. Ogni cosa era scomparsa. Io rimasi sbalordito. Mi sembrava di avere le mani che facevano male per i pugni che avevo dato, che la faccia mi bruciasse per gli schiaffi ricevuti”.
Questo sogno ha cambiato la vita di don Bosco… e aveva l’età di tanti di voi! Perchè è possibile sognare e realizzare un mondo più bello affidandoci a Gesù.
Bambini, non lasciatevi ingannare da chi vede solo nero: dentro di voi c’è un potenziale enorme di talenti che aspetta solo di essere scoperto. Continuate a sognare e fatelo da “fuoriclasse”, come il titolo del giornalino della nostra scuola. Anche questo strumento è frutto di un sogno: riuscire a rimanere uniti nonostante la distanza. Far circolare idee, passioni, emozioni, desideri, per rendere la nostra scuola sempre di più “la casa di chi sogna”. Siamo fuori dalla nostra classe ma solo fisicamente, se lo vogliamo: non c’è muro che possa dividerci se rimaniamo uniti nel nome di Gesù.
Non c’è distanza che possa allontanarci se troviamo gli strumenti per continuare a camminare insieme.
Essere dei fuoriclasse significa allora innanzitutto questo: diventare sempre di più “artigiani dei sogni”, coltivare la speranza anche in un momento difficile, non smettere di aiutare mamma e papà anche se facciamo fatica, fare i compiti ed impegnarci nello studio anche se non possiamo andare a scuola. Perchè il nostro futuro lo costruiamo ora, nelle nostre case, in questi giorni così complicati.
Perchè i veri fuoriclasse hanno un segreto che li rende più forti: la consapevolezza di raggiungere una meta bellissima.
Una meta di gioia piena pensata da sempre per noi.
Un abbraccio di pace