Messaggio di fine anno del Parroco don Gianni
Cari genitori dei bambini iscritti alla Scuola Maria Immacolata,
stiamo per concludere un anno faticoso, pieno di prove, una in particolare: la pandemia che ha scompaginato e radicalmente messo in crisi i nostri sistemi sanitari e ci ha messo alla prova nella dimensione relazionale, economica ed emotiva a causa dell’incertezze e delle paure generate da questa situazione. Siamo rimasti atterriti non solo per l’irrompere così massiccio della morte tra noi, ma soprattutto siamo rimasti sconvolti da questa drammatica modalitĂ di morire…soli, trasportati in ospedali, sequestrati in fredde strutture sanitarie, dove tante persone se ne sono andate senza essere accompagnate in questo passaggio. Senza uno sguardo amorevole o una parola dai propri cari…Senza nemmeno un funerale. Una esperienza drammatica e lacerante che lascia segni di profonda sofferenza interiore.Â
Tutto questo sta rischiando d’impoverirci dentro ed inaridirci. Ci è stato gettato in faccia l’esperienza dei nostri limiti, noi che ci pensavamo invincibili. “La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità , lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità . Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità .” (Papa Francesco il 27 Marzo 2020 in piazza san Pietro)
Cosa fare in tempi duri e difficili come questi? Non rimanere bloccati, evitare il rischio di una passività che frena le energie vitali che ancora ci restano dentro. Darsi da fare, reagire e scegliere uno stile solidale. “ In questa stessa ora bisogna avere il cuore e la forza di aiutare .Bisogna farsi aiutare ,bisogna aiutarsi fin da ora affinché l’esperienza del limite che si è manifestata in questa tragica esperienza, non diffonda la negatività , non fecondi quella disperazione che finisce per trasformarsi per una sorta di giustificazione della rabbia e del risentimento nei confronti degli altri e più in generale della vita stessa”.( S. Petrosino, “Lo scandalo dell’imprevedibile”).Non dobbiamo isolarci e diventare egoisti e perdere il gusto e la volontà di fare il bene .Nella nostra famiglia , nel quartiere in cui viviamo, nelle relazioni personali, nella vita della comunità cristiana. La prima resistenza all’ abbattimento e all’angoscia che inaridisce la bellezza della nostra interiorità è generare intorno a noi il bene, gesti di bontà , di aiuto, di solidarietà , di comprensione verso il prossimo! Mi piace ricordare l’espressione dello scrittore Albert Camus che nel suo romanzo “la peste”, s’interroga come uscire dalla disfatta del dolore, dalle macerie delle paure: “Bisogna cominciare a camminare in avanti, nelle tenebre, un po’ alla cieca, e tentare di fare del bene” (Camus). Andiamo avanti per tentativi, che è meglio che scegliere di stare fermi, paralizzati, atterriti dalla paura che prende il sopravvento.
La liturgia, nell’ultimo giorno dell’anno, ci farà cantare durante la Messa il “Te Deum”, un inno antico di lode e di gratitudine al Signore. Desideriamo che a prevalere in noi non siano le parole e i pensieri di lamentela e di disperazione, ma la preghiera. Dobbiamo opporci alla forza invasiva della disperazione e lo facciamo anche con la forza della fede, che si trasforma in preghiera. In uno sguardo di fede, che sa riconoscere in mezzo alla notte della prova squarci di luce, di bene, di speranza. Sappiamo che la memoria del bene ricevuto è l’antidoto contro l’avanzare della disperazione. La nostra preghiera di lode è una opposizione, una resistenza, perché la disperazione non prenda la scena del nostro cuore…Vogliamo riconoscere i doni di Dio, le sue Grazie, le sue misericordie…Non siamo soli, siamo accompagnati dal suo Amore!
Cari parrocchiani, affidiamo alla Misericordia di Dio il nuovo anno, chiediamo nella preghiera, che il tempo che abbiamo d’innanzi, sia trasfigurato dalla fiducia, categoria capace d’interpretare con sapienza i nostri giorni. Con il salmo 90 al termine di questo anno ripetiamo: “insegnaci Signore a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore”.
Il vostro Parroco don Giovanni
Milano , 31 Dicembre 2020