
Lettera del Presidente FISM ai Ministri Bianchi e Speranza
Al Ministro dell’Istruzione Prof. Patrizio Bianchi
Al Ministro della Salute Dott. Roberto Speranza
Roma, 1 febbraio 2022
Gentili Ministri,
la “super-quarantena” dei bambini che frequentano le scuole dell’infanzia e dei servizi alla prima infanzia sta mandando in crisi famiglie e servizi: bambini da uno a cinque anni, spesso sani, sono costretti a restare in casa per almeno 10 giorni solo con i genitori, che si vedono costretti a pagare per un servizio di cui non possono usufruire. Una ingiustizia e una discriminazione tra famiglie che si perpetua in modo ormai del tutto inconcepibile.
Vi scrivo in qualità di Presidente, Legale rappresentante della FISM, la Federazione Italiana Scuole Materne che, a livello nazionale, rappresenta circa 9.000 realtà educative e di istruzione, presenti in oltre la metà dei comuni italiani, di cui:
- 6.700 scuole paritarie dell’infanzia che operano senza fini di lucro per bambini dai 3 ai 6 anni, • 1.200 “sezioni primavera”, aggregate alle scuole dell’infanzia, per bambini in età 2/3 anni • 1.100 “servizi educativi per la prima infanzia” (asili nido, nidi integrati, etc.) per bambini in età 0/3 anni;
che accolgono complessivamente circa 500.000 bambine e bambini e rappresentano il 35% del servizio nazionale e il 75% del totale delle scuole paritarie.
Numerose scuole e servizi alla prima infanzia associati ci segnalano che molto spesso la quarantena si traduce in un periodo di 30-40 giorni, dal momento che l’isolamento dei piccoli termina dopo 10 giorni con tampone negativo oppure dopo 14 giorni, ma rientrando a scuola, magari dopo solamente un giorno, a causa di un altro contagio, la liturgia dell’abbandono si perpetua …
Giorni in cui i piccoli gravano completamente sulle famiglie, anzi, molto spesso, solamente sui genitori, perché la quarantena non consente contatti con i parenti più stretti. Questa situazione rischia di diventare insostenibile per migliaia di famiglie e per le scuole che devono districarsi tra normative e obblighi contrattuali.
Aggiungo che genitori e gestori segnalano che molti sono i bimbi che spesso risultano assolutamente sani, asintomatici o probabilmente neppure malati.
Pur rispettando tutte le regole di prevenzione, al fine di non incidere anche sulla ancor fragile personalità di questi bambini che si vedono costretti chiusi in casa, senza nessuna colpa, la FISM propone che se il minore non riscontra sintomi dopo i primi 4-5 giorni possa tranquillamente tornare a scuole. Dimezzare il tempo di quarantena (in linea peraltro con la semplificazione prevista dal DL 4/2022 per le scuole superiori) può essere una equilibrata condizione anche per ridurre i disagi delle famiglie e della gestione delle nostre scuole e dei nostri servizi che si aspettano di rientrare nel decreto ristori per tamponare “l’emorragia” economica che la pandemia continua a provocare.
Confidando in una risoluzione del problema e restando a disposizione per eventuali chiarimenti al riguardo, mi è gradita l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti.
Il Presidente nazionale
Giampiero Redaelli