I gruppi: divisione dei bambini e consigli per i genitori
Mio figlio starà “in squadra" con il suo amichetto?
Sembra che sia questa la prima preoccupazione di tanti genitori. È comprensibile: ci preoccupiamo che nostro figlio viva una esperienza serena e gioiosa, senza troppi “strappi" con i legami affettivi che lo rendono sicuro. Ma…
Siamo sicuri che sia davvero un reale problema?
Scrive la pedagogista Chiara Borgia sul tema: “Le prime forme di amicizia nascono in maniera spontanea e non sono necessariamente reciproche («Mamma, lui è mio amico», ma il suo amico non lo sa!).
Il sentimento di affezione che il piccolo prova verso l’altro è intenso: dire «sei mio amico» è un modo per dire «mi piaci, ti voglio bene»; e intensi sono anche i primi litigi, la rabbia, la tristezza quando «non sei più mio amico» e le successive riappacificazioni.
Le amicizie della prima infanzia svolgono compiti evolutivi fondamentali per la conoscenza di sé, dell’altro e del mondo circostante. Nel confronto con gli amichetti i bambini allenano le competenze sociali che li accompagneranno per tutta la vita, imparano a formulare e sostenere le proprie opinioni, ad apprezzare le prospettive dei coetanei, a negoziare soluzioni quando c’è un disaccordo e a sviluppare modelli di condotta reciprocamente accettabili. Nella relazione di amicizia, inoltre, sperimentano diversi stati d’animo (affetto, affiatamento, gioia, rivalità, gelosia…) e si sintonizzano sulle emozioni dell’altro, ponendo al contempo le basi, grazie alle esperienze condivise, per lo sviluppo di princìpi morali come il senso di giustizia, la lealtà e la solidarietà“.
Cosa possono fare gli adulti per favorire la socialità dei bambini?
Risponde sempre la pedagogista: “Creare opportunità, senza forzare. È necessario rispettare le fasi di sviluppo e la personalità del piccolo, i suoi tempi e i suoi modi di avvicinarsi all’altro. Bisogna accettare le sue preferenze, evitando di esprimere giudizi («Perché hai fatto amicizia con quel monello? Non preferiresti Luca? È così tranquillo…»). Si possono invece proporre esperienze che stimolino la curiosità del bambino verso gli altri.
Fare spazio alle amicizie dei più piccoli. Oggi è più che mai necessario trovare luoghi di socialità per i bambini che vivono in nuclei familiari spesso isolati. Il nido e la scuola dell’infanzia rappresentano opportunità uniche di relazioni sociali e crescita globale, ed è altrettanto importante offrire spazi non strutturati di gioco e libera espressione, invitando a casa altri bambini e frequentando insieme a loro cortili, piazze, parchi.
Non intromettersi. Gli adulti devono cercare di intervenire il meno possibile nelle relazioni tra bambini. La presenza e la guida del genitore si dovrebbe tradurre in osservazione discreta, che consenta di comprendere la natura delle relazioni che i piccoli instaurano. È importante che il bambino senta che i genitori accolgono e comprendono le sue emozioni e che sono disponibili (senza sostituirsi a lui) a trovare insieme soluzioni a eventuali difficoltà".
Quindi – in parole povere – non possiamo chiedere di mettere nostro figlio con i suoi “amichetti preferiti"?
No! Certamente il personale educativo della scuola terrà presente tutti i rimandi dei genitori ma sarà suo dovere fornire le condizioni per la creazione del contesto migliore all’esperienza del bambino, che non passa sempre dalla presenza nello stesso gruppo dell’amichetto. Occorrerà creare gruppi equilibrati nel numero, nella presenza di maschietti e femminucce, nella fascia di età e tenendo presente anche i rimandi degli educatori, che sono preziosi perchè offrono una prospettiva diversa dalla nostra.
E se poi non si trova bene?
È interesse di tutti vedere i nostri bambini felici e sereni. Il dialogo costante con gli educatori sarà prezioso per capire quali scelte fare, senza escludere anche possibilità diverse. È importante però dare fiducia a nostro figlio e rispettare i suoi tempi, senza fretta e senza ansie.
Ma i bambini giocheranno e mangeranno tutti insieme?
Ovviamente i bambini verranno divisi per fasce di età: gli iscritti al Centro Estivo della Scuola dell’Infanzia non interagiranno mai con i bambini della Scuola Primaria e secondaria. Per loro sono previste attività diverse e anche la giornata sarà strutturata differentemente. La scelta di organizzare le fasce di età più grandi in un diverso ambiente va anche nella direzione di consentire un utilizzo degli ambienti più consono all’età dei bambini, volendo sfruttare in particolare gli spazi all’aperto.
In entrambi i gruppi i bambini non verranno mai lasciati da soli e saranno coinvolti in laboratori e attività specifiche per la loro fascia di età. Il momento del pranzo sarà strutturato in due orari e due spazi differenti (11.30 nel nuovo refettorio della scuola per l’infanzia; 12.30 in oratorio per primaria e secondaria di primo grado).
Il Centro Estivo è un’occasione… non buttiamola via!
Come dice il nostro Arcivescovo “ogni situazione è occasione", è “kairos", momento opportuno. Il Centro Estivo può diventare una splendida occasione per i nostri bambini e ragazzi. Una occasione di amicizia, di crescita umana e spirituale, di gioia e condivisione di esperienze. Molto però dipende da noi genitori: se ci facciamo vincere dalla paura e dalla smania di controllo, non potremo mai gustarci i frutti delle esperienze belle fatte dai nostri bambini.
Un segreto: parlarsi
La scuola, il Direttore e il personale educativo è disponibile ad ascoltare e mettersi in dialogo sempre con le famiglie. Non esitiamo a contattare il personale della scuola per dubbi, consigli, chiarimenti. Superiamo la tentazione del messaggio veloce all’amica su whatsapp e scriviamo una mail a centroestivo@scuolamariaimmacolata.org o chiediamo un colloquio informale.